martedì 24 dicembre 2013

Felicità

Una calda mattinata  estiva della  mia adolescenza mi inoltrai nel bosco per una delle mie usuali passeggiate.

Avevo in tasca un paio di panini per il pranzo di mezzogiorno e un fazzolettone che annodato ai quattro angoli  era un valido contenitore di funghi e poco ingombrante.
Lungo il sentiero che mi portava  in alto,




 ammiravo ogni volta come se fosse la prima volta ogni particolare dal muretto a secco edificato da chissà quante generazioni, oppure i tanti segni di devozione popolare, le tante croci di legno corroso da molti anni di intemperie.




Sapevo quando bisognava fare attenzione perché in quell'area era probabile incontrare qualche vipera, delle quali avevo una vera fobia e dove si trovavano fragole tardive  oppure more o mirtilli.
Praticamene ogni passo mi evocava dei ricordi: quella anziana signora in preghiera che trovavo inginocchiata vicino a quella croce,

 o le quattro parole scambiate con un vecchio combattente della Grande Guerra incontrato mentre ritornava a casa con una fascina di rami secchi sulle spalle.
Mi godevo il canto degli uccelli e, a volte, un' ombra fugace di qualche animale selvatico che spariva rapidamente nel folto della vegetazione.


Il quantitativo  di funghi raccolti era soddisfacente, non tantissimi, ma dei porcini freschi ed anche piuttosto grossi, quando sentii i rintocchi lontani della campana del villaggio nella vallata sottostante   che suonava il mezzogiorno  così decisi di raggiungere una polla di acqua sorgiva.
L'acqua della sorgente era deliziosamente fresca, probabilmente minerale, poiché molti ciottoli erano rossastri di ruggine e di un gusto veramente  appagante  già dopo il primo lungo sorso.



Mangiai con gusto i miei panini, e poi continuai per la mia strada.
Il pomeriggio arrivai in una radura dove l' erba era stata tagliata molto di recente, probabilmente il fieno era stato raccolte il giorno prima, perché nell'aria aleggiava ancora il profumo intenso del fieno appena tagliato, uno dei profumi più buoni che abbia mai sentito, mi sdraiai a terra per percepire ancora più da vicino quegli scampoli di profumo e il profumo della terra madre.
La giornata era calda e serena, qualche refolo di vento muoveva le foglie  e le cime degli abeti, ero in pace con me stesso e sapevo che al termine dell'estate avrei cominciato una vita di lavoro e che nulla sarebbe più stato come prima, ero arrivato ad una svolta della vita, ma ero molto tranquillo e fiducioso e mentre inseguivo i miei pensieri riempendomi gli occhi dell' azzurro del cielo e del verde delle fronde con il mio fazzoletto di funghi accanto, dall'altra parte della valle , portato dal vento mi giunse  l'eco di una  musica struggente, era diffusa dagli altoparlanti di una seggiovia, la canzone  suonata dalla tromba di Eddie Calvert era: "Morgen".
 In quel momento compresi cos'era la felicità: il sole caldo, i profumi della terra, i colori della natura e una musica molto lontana portata dalla brezza.
La vita mi portò poi lontano, la nostalgia era sempre acuta e quando potevo ritornare a casa per qualche giorno di ferie, la radura della felicità mi richiedeva sempre una visita, ma non ritrovai mai più quella sensazione, anche l'erba non venne mai più falciata, chissà da quante generazioni erano andati in quella radura così distante dal paese per poche braccia d'erba, ma anche per quel prato era finito un ciclo, ora è diventato bosco e fatico sempre di più a ritrovarlo,però il ricordo di quelle ore di felicità intensa mi è rimasto indelebile.

Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te, con la tua bocca,
essere felice.

Pablo Neruda

5 commenti:

Gibran ha detto...

Sei sempre molto commovente nei tuoi racconti, questa volta ancora di più, con solo con la poesia, ma con una stupenda melodia.
Grazie Sileno un abbraccio....e
Buon 2014.

ale ha detto...

un bacio!

Pierpaolo ha detto...

Che l'anno nuovo sia per te sereno e spensierato come quei momenti di limpida felicità! A presto Sileno...

Patzy ha detto...

Molto bella pubblicazione! Ti capisco bene, perché ho appena tornato dalla mia vacanza in un posto simile da questo, e sono andata cercando quella stessa felicità. Per coloro che viviamo in città, questi luoghi dove si può godere la natura, hanno la magia. Saluti, Sileno, e le tue foto sono splendide.

ventisqueras,wordpresse,com ha detto...

bene, bene, finalmente conosco anche i tuoi gusti musicali...certo in piena sintonia con i tuoi freschi pensieri...beh, che dire? in pieno inverno sono stata a raccogliere porcini con te...ho anche la tua stessa fobia per le vipere e si che nella mia vita ne ho visto solo una e per fortuna mia ( certo non sua) morta, dico così perché rispetto profondamente ogni creatura, anche se posso averne paura