dal ponte all'ingresso di Dubrovnik
dall'arsenale
una delle tante scalette
la fontana e, a sinistra, lo "stradun", il corso principale nella città vecchia, benché fino a due ore prima la città fosse stata "occupata" da circa 40.000 giovani cattolici croati, non si vedeva una cartaccia o una bottiglia di plastica abbandonata
incantevole visione notturna del porto
Nella mia giovinezza ho navigato
lLungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava, scivolosi al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; ma al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.
Umberto Saba
lLungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava, scivolosi al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava, vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; ma al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.
Umberto Saba
3 commenti:
Un bellissimo posto dove, forse, non potró mai andare, cosi che apprezzo molto questa condivisione. Abbracci il mio amico.
Che meraviglia Sileno. Inutile dire che la foto che apprezzo di più è lo scatto in notturna... Un abbraccio
tutto l'amore e il dolore di Saba per la sua terra perduta...le foto. in particolare la prima sono incredibilmente belle
Ventis
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